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mercoledì 24 aprile 2013

Bistrot Milano Centrale: una sosta dal gusto nostrano

Una stazione ferroviaria è per sua natura un luogo-non-luogo. E quella Centrale di Milano non fa certo eccezione, nonostante il recente recupero che l'ha resa un centro commerciale a tutti gli effetti. Da qualche settimana, però, nel grande atrio che fronteggia i binari ha aperto i battenti Bistrot Milano Centrale: un mix tra luogo di ristoro, di vendita e d'accoglienza che si ispira ai mercati coperti di alcune città tra cui Londra e Barcellona. I passeggeri in transito - ma non solo - qui possono scegliere, sedersi e mangiare un trancio di pizza, un primo, un risotto al salto, un cartoccio di patatine tagliate e fritte al momento, una manciata di "mondeghili" (le polpette milanesi), alici e/o verdure fritte, un piatto di salumi, una macedonia, accompagnando il tutto con un calice di vino o anche solo un bicchiere di "acqua del sindaco" offerto da un rubinetto che attinge direttamente all'acquedotto cittadino. Oppure  possono bere al bancone un caffè, un té, una tisana, un frullato, un centrifugato o una birra.  Il tutto, a prezzi contenuti (per il caffè ad esempio bastano 80 centesimi, per un trancio di piazza margherita 4 euro). E anche acquistare alcuni dei prodotti - cioccolato, pasta, biscotti ecc. - esposti negli scaffali, così come quelli offerti nel bancone della gastronomia.
Insomma, niente e tanto di nuovo al tempo stesso. Perché questa operazione - che porta l'autorevole  firma di Autogrill e può ospitare 150 persone sedute e già ha un giro quotidiano di 1400/1500 persone - è stata pensata, studiata e realizzata con la collaborazione dell'Università degli Studi delle Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Questo allo scopo di rendere quella che una volta era la triste sala d'aspetto di terza classe un "luogo sostenibile", nonché una moderna, spaziosa e al tempo stesso antica "casa da viaggio". Come? Optando per  materie prime di piccoli produttori e del territorio, come ad esempio Marco D'Oggiono (Lecco) per i salumi, Il Bocasso di Ruino (Pavia) per i formaggi, C'era una Torta di Seregno (MB) per i dolci ecc.. E poi offrendo pane e pizze a base di impasti preparati sul posto con lievito madre, oltre a pasta fresca all'uovo anch'essa realizzata direttamente nel laboratorio del Bistrot e cucinata espresso.
Insomma, dopo una rapida occhiata e un veloce assaggio, viene subito da pensare che questo Bistrot - oltre a rendere meno noiose le attese dei viaggiatori - possa diventare presto anche un luogo di aggregazione per chi passa dalle parti della Stazione Centrale e/o per chi lavora lì vicino. Anche perché l'orario è tra i più "comodi" che si possano immaginare: dalle 5.30 del mattino alle 22 di sera.
Ancora qualche parola sugli arredi, realizzati con materiale riciclato (bancali dismessi, parquet di abitazioni smantellate, poltrone dei primi Novecento rivestite con vecchi sacchi di juta, pannelli di scaglie di legno di scarti di lavorazione ecc.), e sulla tecnologia, che al giorno d'oggi non può mancare: i clienti hanno a disposizione dieci iPad wifi, prese di corrente per ricaricare cellulari e portatili e due tabelloni per restare informati in tempo reale su arrivi e partenze dei treni.
Infine, una chicca che avrebbe reso sicuramente felice Eduardo De Filippo: nella Caffetteria è presente in bella vista anche la cuccumella, ovvero l'antenata della moka. Per chi volesse gustare un caffè alla napoletana guardando il via via di chi parte e di chi arriva da e nella grande Milano.
Fiorenza Auriemma

mercoledì 10 aprile 2013

Design ecostenibile al servizio del food? Si può

TyPuglia: orci in terracotta, in scatole di cartone che si trasformano in lumi
Alcide, per conservare frutta e verdura in modo naturale
Non tutto il design viene per stupire e poi andarsene. A volte, viene per dare spazio a ciò che di spazio ne trova sempre meno. Ovvero, l'uso consapevole delle risorse. Lo testimonia in via San Vittore 49 a Milano Do Ut Design-God Save the Craft. Organizzato da La Cordata in collaborazione con Make People Do Lab, fino a domenica 14 aprile per il Fuori Salone ospita - oltre a una serie di eventi uno più bello dell'altro -  progetti e prodotti di design di autoproduzione improntati al concetto di sostenibilità, risparmio energetico, biodiversità ecc. Come ad esempio - nel settore del food - La Fissa, torchietto manuale per fare la pasta in casa dall'aria antica e che invece permette - attraverso il sito e la stampa in 3d - di personalizzare le trafile scegliendo forme, sezione, spessore e texture tra 4000 tipi di formati diversi. E poi Alcide, ingegnoso sistema per la conservazione domestica di frutta e verdura sfruttando acqua, sapienza antica e creatività di due giovanissime designer, Giada Lagorio e Jasmine Pillon. E ancora, TyPyglia, ovvero giovani pugliesi che producono tra l'altro orci per l'olio in terracotta realizzati e colorati a mano e racchiusi in una confezione in cartone alveolare che poi si ricicla come lume da tavolo.
Questi sono solo alcuni esempi di quanto si può vedere, testare, ammirare in questo Paese delle Meraviglie di passaggio a Milano. Per poi finire la visita con un brunch e/o un aperitivo curato dai ragazzi di Cartaelatte - events and food design, anche loro in trasferta dalla Puglia dove propongono eventi, worshop, istallazioni ecc. da consumare (leggi mangiare). Ovviamente, con lo stesso spirito di Do Ut Design: grande attenzione per e a qualità delle materie prime, sviluppo di idee sostenibili, riqualificazione del territorio, promozione del lavoro artigianale.
Ancora una parola sul luogo che accoglie Do Ut Design: Residence San Vittore 49 fa capo a La Cordata ed è uno spazio multifunzionale per chi è a Milano per d’affari e/o studio. Quindi, ci sono stanze, auditorium per congressi, sale convegno e locali in affitto per associazioni e gruppi culturali. Oltre a un mercato agricolo ogni giovedì, e uno delizioso e rigoglioso giardino ogni giorno.
Fiorenza Auriemma



La Fissa, per fare in casa la pasta scegliendo tra 4000 forme