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venerdì 27 settembre 2013

La Taste di Seregno, ottimo esempio di 'Bistromania'




I tavolini
L'angolo delle spezie
 In pieno centro di Seregno, nel cuore della Brianza lombarda, da un paio di anni una vecchia casa con la 'corte' - tipica dell'architettura lombarda - è rinata a nuova vita. Grazie all'audace progetto battezzato La Taste. Una 'Bistronomia pret à porter', ovvero un bistrot-market-caffetteria-gastronomia-luogo per eventi, scambi, incontri. In altre parole, una moderna agorà dove cibo, bevande, conoscenza e vita si incontrano, si intrecciano, si intersecano. Tutto questo, a una mezz'ora di auto da Milano. Viene però da pensare che sarebbe bello averlo anche a Milano, un posto così. Che non punta tanto a essere alla moda, edonistico, trendy ecc., quanto a coniugare i bisogni più antichi dell'uomo - mangiare, bere, incontrarsi, dialogare, rilassarsi, divertirsi ecc. ecc. - con le sue possibilità-conoscenze-esigenze attuali. In altre parole, a La Taste ci si sente a casa: una casa luminosa (grazie al grande lucernario ricavato nella struttura che chiude quella che una volta era la 'corte' della casa) da spartire con altro e altri. Nel primo caso, con i prodotti serviti ai tavoli, sugli scaffali, al bancone del bar e della gastronomia; nel secondo, con i padroni di casa. Primo fra tutti, il giovanissimo 'papà' di La Taste, Riccardo Migliavada, 26 anni, una laurea all'Università di Scienze Gastronomiche e una concreta competenza circa la materia che tratta e l'obiettivo che si è posto:  "Ho scelto di aprire a Seregno perché conosco la zona, nella quale non c'era nulla di simile", spiega Migliavada. Aggiungendo che il criterio principale per scegliere i prodotti in vendita è l'assaggio. È così infatti che vengono selezionati formaggi,  salumi 'firmati' (tra l'altro Marco d'Oggiono e Giancarlo Tanara), pasta di Gragnano (anche per celiaci), riso di produttori selezionati, sottolio, pane del monzese Davide Longoni, tè e tisane, sale e spezie sfusi ecc. (mancano ancora frutta e verdura, che però sono in dirittura di arrivo). "Vogliamo comunque offrire una gamma di prodotti ampia anche nel prezzo", precisa Migliavada. Che poco alla vota sta riuscendo nell'intento di fare cultura gastronomica anche in una zona piuttosto tradizionale: "Quando abbiamo aperto, l'enoteca conteneva etichette note che poi, piano piano, ho sostituito con altre di produttori più piccoli e meno conosciuti". Un criterio analogo vale anche per lo scaffale delle birre, dove troneggia Baladin a fianco di altre bottiglie di piccole realtà solo italiane.  
Gnocchi di coda di rospo
La Taste è anche la cucina dello chef Pietro Curti: chi lo desidera, a pranzo e cena può sedersi nella zona dei tavolini e sedie bianchi, e scegliere tra i piatti in carta (che cambia stagionalmente) cui se ne aggiungo altri - a rotazione giornaliera - a pranzo. I prezzi non sono da ristorante gourmet  né da bar-tavola calda: tra i 10 e i 20 euro, sono una giusta via di mezzo. Giusta perché le materie prime sono di ottima qualità, e le preparazioni intriganti. Come nel caso degli Gnocchi di coda di rospo con pomodori confit e burro allo zenzero; dei Ravioli di patate, brunoise di verdure, parmigiano e tartufo scorzone di Fragno; dell'Hamburger di pesce in un involucro di pane sempre firmato da Davide Longoni.
La zona centrale, con caffetteria e gastronomia
Last but not least, La Taste è anche book crossing per gli amanti dei libri, e wi-fi per chi vuole fermarsi a lavorare seduto al tavolo bevendo un tè o un calice di vino. Oltre a ospitare eventi culturali e musicali, raccolte di oggetti e abiti di design, e mostre di quadri che cambiano ogni mese, ci sono il mercato del vintage la prima domenica del mese e quello a filiera corta con frutta, verdura, formaggi e salumi ogni sabato; a tutto questo si aggiunge - a partire dal mese di ottobre - una serie di lezioni di cucina a cura dello chef Marco Canevari. 
Ecco perché continuo a pensare che un posto così ci vorrebbe anche a Milano.
Fiorenza Auriemma