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mercoledì 14 aprile 2010

Mosche in trappola

Sentire e vedere il Segretario di Stato della Santa Sede Tarcisio Bertone affermare con sicurezza l'esistenza di evidenze scientifiche a favore del binomio omosessualità-pedofilia, mentre altre invece scagionerebbero il celibato dalla medesima accusa, mi ha fatto la stessa impressione di quando vedo una mosca che continua a cercare di uscire dalla trappola della casa andando a sbattere contro il vetro della finestra. E che nemmeno quando gliela spalanco, la finestra, prende la strada giusta. Come se tutto sommato lo sapesse bene che quello è un vetro, ma una sorta di disperazione le facesse perdere la calma e il buon senso necessari per uscire da una situazione pericolosa per la propria esistenza. Forse anche perché pronunciate in spagnolo, le parole dell'alto prelato suonano così disperate e false nella loro drammaticità e prosopopea da far quasi tenerezza, se non fosse che sono altamente offensive e antistoriche da un lato, e dall'altro nascondono un dramma che riguarda in prima persona molti esseri umani, alcuni dei quali non ancora in grado di difendersi perché troppo piccoli. Basta leggere il bel libro "Viaggio nel silenzio", uscito due anni fa per Chiare Lettere e ora per Tea, ma tragicamente attualissimo, per sentire altre campane e ben diverse da quelle ufficiali, benché provenienti sempre da membri della Chiesa. Lo ha scritto una giornalista palermitana, Vania Lucia Gaito, sulla base di molte testimonianze di preti o ex tali da lei raccolte a seguito della puntata del maggio 2007 di Annozero quando andò in onda il documentario "Sex crimes and Vatican". Il libro è sconvolgente, nel vero senso della parola. Non tanto perché racconta verità tutto sommato non difficili da immaginare e/o credere - e umanamente anche comprensibili, nella loro drammaticità -, quanto per i particolari che emergono dai racconti, il tono delle testimonianze, l'immagine di durezza, annientamento della personalità e crudeltà che permea il percorso educativo nei seminari. E la conseguente tendenza all'omosessualità e ad altri abusi sessuali che ne derivano, accettati e quasi dati per scontati all'interno di quella realtà ecclesiastica che invece all'esterno continua a negare e a buttare addosso alla società laica le stesse colpe. C'è anche un evidente e urgente problema di carenza di vocazione, e quindi di impoverimento umano e numerico dei rappresentanti ufficiali della Chiesa, che forse spinge i suoi capi e portavoce a insistere nel negare un'evidenza così atroce e così poco cristiana. Ci vorrebbe davvero un grande atto di coraggio e lealtà per portarli a spalancare le finestre del Vaticano e liberare le mosche intrappolate. Sempre ammesso che vogliano e siano in grado di tornare a volare nei cieli, quelle povere creature terrorizzate. Di questi tempi, se Gesù Cristo non fosse risorto da pochissimi giorni, è probabile che avrebbe di che si rivoltarsi nella tomba come un dannato. Fiorenza  

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