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giovedì 4 marzo 2010

Dolcissima "par condicio" sulla Rocca


Avvicinarsi a ogni cosa, luogo ed evento con la "mente del principiante", ovvero sgombra da aspettative, pregiudizi, ricordi. È uno dei tanti comandamenti dei popoli orientali che può contribuire a rendere più colorata, sorprendente e intensa la vita. L'ennesima prova l'ho avuta pochi giorni fa, tornando a distanza di molti anni in quel puntuto e apparentemente anacronistico lembo di terra che è la Repubblica di San Marino, che ricordavo solo perché tra le poche mete a disposizione, nei giorni di pioggia estiva, per la mia e le altre famiglie in vacanza sulle coste nel riminese e in fuga dall'afa metropolitana. Le stradine strette, ripidissime e grondanti turisti rumorosi e distratti, la miriade di negozietti zeppi all'inverosimile di merci di vario genere e gusto, l'aristocratica Piazza della Libertà con l'omonima statua al centro e il Palazzo Pubblico sullo sfondo: tutto è come lo avevo lasciato diversi decenni fa. Tranne me, che da mini-bagnante imbronciata perché il cielo grondava acqua quando non avrebbe dovuto, mi sono trasformata in segugio in cerca di delizie gastronomiche, e come tale a San Marino per la prima edizione di Identità di Libertà. Così, ho avuto l'occasione di scoprire alcuni aspetti diversi e imprevisti di questo luogo che sembra uscito dalle pagine di un libro a tre dimensioni per bambini. Proprio sulla Piazza della Libertà, la cena ai tavoli dello stellato Ristorante Righi è stata ad esempio un momento intenso per il palato, grazie alla maestria dello chef Luigi Sartini, il quale ha chiuso la carrellata dei suoi piatti lievi e per niente banali con uno straordinario dessert, il "Raviolo di mandorle con cassata e zuppetta di arance amare", che difficilmente dimenticherò. Ugualmente sorprendente è stato però inciampare per caso in un altro delizioso e dolcissimo angolo di questo fantastico Paese dei Folletti dall'accento romagnolo. Poco sotto la sontuosa Piazza, vagavo senza meta lungo una stradina fuori dai circuiti più battuti, quando ho notato un'insegna che recitava semplicemente "Pasticceria". Entrata, dietro suggerimento di un sesto senso (o forse, attirata dagli effluvi di una pozione magica, chissà), ho scoperto così un locale semplice e molto più essenziale rispetto all'elegante ristorante di cui sopra, con dietro al bancone una Fata dai capelli Rossi. La quale, con poche e misurate parole, mi ha raccontato una favola nella favola: una quarantina d'anni fa, Romano, intraprendente Principe Pasticciere milanese giunto sin qui dalle nebbiose Terre del Nord, incontra Flavia, la nostra Dama dalle Chiome di Fuoco, ed è amore a prima vista; i due si sposano, e insieme aprono la Pasticceria Liberty - la più antica di San Marino, per la cronaca. Ed eccoli ancora lì, ora insieme al figlio Loris, a impastare, cuocere e sfornare ogni santo giorno delizie per grandi e piccini; dai giganteschi spumoni e meringhe (con e senza copertura al cioccolato), alle Torte della Nonna, generosi gusci di pasta frolla di varie dimensioni ripieni di delicata crema e abbondantemente ricoperti di zucchero a velo e frutta secca. Morale della favola sanmarinese? I Maghi della Dolcezza e della Bontà sono esseri democratici e sensati, e si trovano altrettanto a loro agio nei luoghi blasonati e in vista così come in quelli apparentemente modesti e seminascosti. Spetta a noi esseri umani saperli scovare, nell'uno e nell'altro caso.  Fiorenza

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