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mercoledì 24 marzo 2010

Il Partito delle Formiche

Stamattina, uscendo dal portone di casa, sono quasi andata a sbattere contro Gilberto Riccioli. Il nome è di fantasia, per difendere quel poco che ancora resta della privacy. Della sua, perché la mia la vedo messa male ultimamente. Il signore in questione però non camminava sbadatamente lungo il marciapiede, bensì se ne stava rigido come un cartone appeso al palo della luce vicino al mio portone. L'ho guardato negli occhi per un secondo, indispettita perché invece di chiedermi scusa per la sua invadenza mi invitava addirittura a votarlo, sfoderando un sorriso finto quanto lo slogan che contornava il suo faccione. "Guardi che con me non attacca", avrei voluto dirgli, "e già che ci siamo, dica ai suoi galoppini di attaccarla un po' più in alto la prossima volta, così quando la vedo non mi prende un colpo". Poi però ho pensato che, essendo il candidato Riccioli così a portata di mano, lo potevo anche levare di torno. E l'ho fatto: ho staccato il cartellone (doppio: il palo della luce è un perfetto uomo-sandwich statico), senza molta fatica a dire il vero; primo perché era alla mia altezza - e non sono quel si suol dire una stangona - e poi perché era stato appiccicato in qualche modo, con un paio di maxi graffette e un pezzetto di nastro da pacchi. Quindi l'ho accartocciato e lo tenuto in mano per un po', fino a quando ho trovato un cestino delle dimensioni idonee a ospitarlo. Non nego però che, passato il primo momento di stizza, il tutto mi ha dato una certa soddisfazione. Anche perché mentre lo portavo verso la sua ultima dimora, ho colto l'occasione per dirgli che lui e i suoi soci - cioè quelli che ultimamente imbrattano abusivamente muri e pali già brutti di per sé, ingombrano con buste e messaggi la mia casella della posta, o peggio ancora mi telefonano a casa la sera, parlando però per interposta persona (ovvero, per voce registrata) - con me perdono il loro tempo. So già chi votare, grazie. Ma se anche fossi indecisa o confusa - e di questi tempi, non è poi così difficile esserlo - piuttosto voterei il rappresentante del Partito del Silenzio, o quello delle Formiche. Se solo si candidassero, ovviamente. E invece niente: il Silenzio preferisce non farsi sentire, e le Formiche a quanto pare hanno cose più urgenti delle quali occuparsi (vedi foto). Speriamo nelle prossime elezioni. Ma soprattutto, speriamo ci siano, le prossime elezioni. Fiorenza      

3 commenti:

  1. Fiorenza, hai ragionissima. A puntino capita il tuo post. Ho appena passato venti minuti del mio preziosissimo tempo serale, di solito dedicato alla mia adorata solitudine e al silenzio, a stracciare le buste che oggi ho dovuto prendere dalla casella della posta, stracolma di sta fuffa al punto da non chiudersi più. Quanta carta da stracciare, da buttare, da riciclare... Quanto fastidio... ciao, laura

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  2. Credo che tu sia riuscita a sintetizzare con amara ironia il pensiero di tantissime persone...il problema di noi italiani, però, è che strappare un cartellone è il gesto più estremo di disobbedienza civile...mentre in questo momento ci vorrebbe ben altro..bisognerebbe armarsi di forconi (vedi la Grecia) o quanto meno avere il coraggio di spegnere per sempre la tv e soprattutto di convincere il resto del mondo a non votare quei faccioni (vedi la Francia)...ma noi siamo geneticamente votati all'inerzia e alla rassegnazione...baci delia

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  3. Hai ragione Delia: siamo rassegnati, schiacciati e apatici, forse per via del fatto che certe cose che succedono nel nostro povero Paese sono così assurde, grottesche e antistoriche che si fa fatica anche a credere siano vere. Personalmente mi rendo conto di essere molto stanca, e di non riuscire più né a ridere né a indignarmi per quanto succede. Insomma, encefalogramma piatto, o quasi. Ma almeno quel faccione me lo sono tolto di torno. E stamattina ho avuto la soddisfazione di vedere che altri hanno fatto come me, disseminando il marciapiede di faccioni analoghi... Io almeno gli ho dato una onesta sepoltura e l'ho tolto dalla strada. Ma ci vorrebbero troppi cestini per poterli tumulare tutti.

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